Stampa & Tributi del 12 febbraio 2024

Concorso alla finanza pubblica sul modello delle regioni- Tarsu, accertamento illegittimo se generico e e il calcolo dell’imposta non è corretto.Tari, delibere da motivare. #newsletter #dirittotributario #imu #tari #canoneunico #accertamento #riscossione #stampaetributi

Dal “processo” al “contenzioso”: la contro-riforma fiscale. «Ne bis in idem» flessibile nel Fisco locale. Accertamento, l’istanza di adesione di fatto blocca il contraddittorio. Riforma Fiscale: come cambia il foglio di avvertenza della cartella di pagamento. Imposta di soggiorno, alberghi sempre tenuti al versamento. Canoni demaniali marittimi, il Consiglio di Stato conferma la natura extratributaria. Autotutela tardiva, condanna alle spese. Atti fiscali incompleti in salvo. Telecomunicazioni, Imu condizionata.

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Dal “processo” al “contenzioso”: la contro-riforma fiscale

Nonostante le aspettative della legge delega fiscale, il decreto attuativo del contenzioso tributario segna un vero e proprio regresso rispetto al D.Lgs. n. 546/1992: anziché di riforma, si deve propriamente parlare di controriforma della giustizia tributaria. Emblematico è il confronto con l’originaria disciplina, introdotta nel 1992, sulla tutela cautelare in materia tributaria. Ma ciò che, anche solo in prospettiva teorica, veramente spaventa è il minacciosamente manifestato intendimento di scoraggiare, rendendolo pericoloso, il normale accesso alla tutela cautelare, in quanto (potenzialmente) suscettibile d’innescare la “minavagante” della decisione abbreviata. Con quali conseguenze? Per questo si deve parlare di precipizio nel vecchio regime del contenzioso (mi riferisco agli anni 1936,1937, tanto per intendersi) e non di una encomiabile ascesa verso una riforma del processo tributario degna di questo nome.

«Ne bis in idem» flessibile nel Fisco locale

Il principio secondo cui si può esercitare l’azione accertativa una sola volta per ogni periodo d’imposta, introdotto dal Dlgs 219/2023, è difficilmente adattabile ai tributi comunali. Lo sottolinea la Nota Ifel sulla riforma dello Statuto del contribuente (Nt+ Enti locali & edilizia del 7 febbraio). Il principio è di derivazione penalistica e viene esteso al procedimento tributario, con l’inserimento nella legge 212/2000 del nuovo articolo 9-bis («divieto di bis in idem»). Ma la riforma, pensata per i tributi erariali, non considera che le entrate locali seguono una disciplina diversa. Per questi si applica il comma 161 della legge 296/2006 su cui si è pronunciata la Cassazione escludendo l’unicità e la globalità del procedimento tributario (sentenza n. 27261/2023). Si dovrebbe quindi escludere nei tributi locali l’applicabilità del nuovo principio, che fa salve «specifiche disposizioni» che «prevedono diversamente», come appunto il comma 161 nella lettura della Cassazione.

Accertamento, l’istanza di adesione di fatto blocca il contraddittorio

Se, a fronte dello schema di atto previsto dall’articolo 6-bis dello Statuto del contribuente, si presenta istanza di adesione, di fatto si rinuncia (volontariamente) al contraddittorio preventivo. In questo modo vengono a ridursi in modo significativo le ipotesi di contraddittorio preventivo obbligatorio generalizzato – come invece dispone la legge delega 111/2023 – considerando anche il lungo elenco degli atti che il decreto del Mef escluderà dall’obbligo di confronto con l’ufficio (si veda Il Sole 24 Ore dell’8 febbraio) e il funzionamento del concordato preventivo biennale, dove non vi è traccia di contraddittorio, nemmeno di quello “semplificato”. In base a quanto previsto dall’articolo 1 del decreto legislativo attuativo in tema di accertamento, il contribuente – una volta ricevuto lo schema di atto propedeutico al contraddittorio preventivo – avrà due possibilità (oltre a quella di non fare nulla): 1 potrà presentare delle osservazioni nei 60 giorni successivi; 2 potrà presentare, nei 30 giorni successivi, un’istanza per la definizione dell’accertamento con adesione (nuovo articolo 6, comma 2-bis, del Dlgs 218/1997).

Riforma Fiscale: come cambia il foglio di avvertenza della cartella di pagamento

Con provvedimento del 9 febbraio 2024, l’Agenzia delle Entrate ha modificato i modificato i fogli avvertenze della cartella di pagamento. In base a quanto previsto dal decreto legislativo del 30 dicembre 2023, n. 220, il testo delle Avvertenze relative ai ruoli dell’Agenzia delle entrate viene aggiornato eliminando i riferimenti al reclamo7mediazione, e il testo delle Avvertenze viene modificato introducendo le informazioni per la notifica del ricorso nel caso di vizi della notificazione eccepiti nei riguardi dell’atto presupposto.

Imposta di soggiorno, alberghi sempre tenuti al versamento

A Telefisco 2024 il dipartimento Finanze ha chiarito che i gestori delle strutture ricettive devono riversare l’imposta di soggiorno agli enti locali anche se il cliente non ha pagato l’ammontare del tributo dovuto. Si tratta di una risposta innovativa che finisce per rafforzare ulteriormente il ruolo dei gestori degli alberghi, passati da compiti strumentali all’esazione dell’imposta di soggiorno a un ruolo di responsabile del versamento del tributo. La legge non interviene però sul soggetto passivo, che resta individuato nel cliente. La struttura ricettiva ha il diritto di rivalsa nei confronti del turista inadempiente, ma in tal caso il Comune potrà pretendere il riversamento dell’imposta dal gestore dell’albergo, come affermato dal Mef. Dal punto di vista operativo è senz’altro più comodo per il Comune avere un unico interlocutore nel gestore della struttura ricettiva, piuttosto che andare a caccia dei singoli turisti che non pagano l’imposta. In questo caso, l’attività di recupero si rivelerebbe anche antieconomica, considerati gli importi cospicui. Restano però diversi interrogativi ancora senza risposta.

Canoni demaniali marittimi, il Consiglio di Stato conferma la natura extratributaria

Il canone per l’uso del demanio marittimo è una prestazione imposta in base all’articolo 23 della Costituzione che non ha tuttavia natura tributaria né può essere considerato come un mero canone locatizio, poiché alla sua struttura e quantificazione concorre la specifica destinazione all’interesse pubblico impressa al bene demaniale. Più precisamente, assolve ad una funzione «sia corrispettiva del vantaggio scaturente dal diritto di uso esclusivo del bene demaniale, sia compensativa del nocumento patito dall’interesse pubblico soddisfatto dal non più consentito o limitato originario diritto di uso collettivo del bene». Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenza n. 204 del 2024) che, diversamente dal Tar Toscana, ha ritenuto legittimo il provvedimento con cui l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale (di seguito Autorità) aveva aumentato il canone concessorio di una banchina per il fatto che quest’ultima era asservita ad un opificio di proprietà dello stesso concessionario.

Autotutela tardiva, condanna alle spese

Alla cessazione della materia del contendere per annullamento dell’atto si correla necessariamente la condanna alle spese qualora tale annullamento risulti emesso dopo il deposito del ricorso in Corte di giustizia tributaria. Sono le conclusioni che si leggono nella sentenza n. 4005/2023 emessa dalla sezione sedicesima della Corte di giustizia tributaria di primo grado di Milano, del 15 novembre 2023.

Atti fiscali incompleti in salvo

Non sono annullabili gli atti fiscali se mancano le informazioni essenziali. L’omessa indicazione dell’ufficio presso cui ottenere informazioni sull’atto notificato, del responsabile del procedimento, dell’organo deputato al riesame e del giudice competente, non comportano l’annullamento della pretesa tributaria. Lo prevede l’articolo 1 del decreto legislativo 219/2023, che ha riformato lo Statuto del contribuente. Nel contesto della disciplina dello Statuto del contribuente (legge 212/2000) è stato introdotto l’articolo 7-quater, in base al quale la “mancata o erronea indicazione delle informazioni di cui all’articolo 7, comma 2, non costituisce vizio di annullabilità”.

Telecomunicazioni, Imu condizionata

L’ esenzione Imu prevista dall’art. 12 del dlgs n. 33/2016 per gli impianti destinati alle telecomunicazioni si applica solo se per gli stessi, già accatastati, sia stata debitamente presentata dal proprietario apposita dichiarazione di variazione. Lo ha specificato la Cgt di II grado del Lazio nella sentenza n. 3414/2023 emessa dalla sezione 11 e depositata l’8 giugno 2023.

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Il video

https://www.youtube.com/watch?v=W6mgftgtFTI

Il podcast

https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu