Fisco, nuovo Statuto nuovi regolamenti. Dal vecchio al nuovo Statuto del contribuente: questioni ancora aperte. Fisco, 10 anni di rate per tutti e stop ai crediti inesigibili. Canoni demaniali marittimi idonei al perseguimento dei fini di interesse pubblico.Sportelli per il prelievo contanti, niente imposta per la pubblicità sull’insegna.
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Fisco, nuovo Statuto nuovi regolamenti
Gli enti locali possono adeguare i propri regolamenti alla riforma dello Statuto del contribuente anche oltre il termine per l’approvazione del bilancio di previsione. Lo afferma l’Ifel in una nota di approfondimento delle novità contenute nel recente dlgs 219/2923 che, dando attuazione alla legge delega (legge n.111/2023) ha profondamente modificato la legge n.212/2000. Si tratta di una una profonda revisione dello Statuto, che introduce nuove disposizioni destinate ad incidere anche sulla gestione dei tributi locali e in particolare sull’accertamento. Ifel evidenzia i rischi di appesantimento procedurale e anche di aumento dei costi di gestione, che impongono una rivisitazione complessiva dei processi fin qui adottati nel senso del più deciso orientamento dell’azione di controllo fiscale all’incremento dell’adesione spontanea alla riscossione, sia nella fase delle scadenze di pagamento ordinarie sia nel corso del processo di accertamento, valorizzando gli obblighi di maggior tutela del contribuenti
Dal vecchio al nuovo Statuto del contribuente: questioni ancora aperte
Le questioni di maggior impatto riguardano, però, le nuove norme in materia di autotutela. Ulteriore osservazione riguarda quanto prevede l’art. 10-quater, comma 2, del nuovo Statuto, secondo cui l’obbligo di procedere all’annullamento degli atti in autotutela (e la possibilità di Copyright © – Riproduzione riservata impugnare anche il diniego tacito), nelle ipotesi ivi previste, non si applica “decorso un anno dalla definitività dell’atto viziato per mancata impugnazione”. Il dubbio riguarda gli atti divenuti definitivi da oltre un anno al momento di entrata in vigore dell’art. 10-quater (18 gennaio 2024), in quanto, in tal caso, il decorso del periodo stabilito sarebbe avvenuto senza alcuna responsabilità del contribuente, tenuto conto che la decadenza per decorso dell’anno prima del D.Lgs. n. 219/2023 non esisteva. Una soluzione potrebbe essere quella di consentire, in via interpretativa, di computare il decorso dell’anno a partire dal 18 gennaio 2024, riaprendo quindi il termine entro il quale il contribuente può presentare o ripresentare l’istanza di autotutela, nell’ambito dell’art. 10-quater
Fisco, 10 anni di rate per tutti e stop ai crediti inesigibili
La riscossione punta ad abbattere la montagna dell’arretrato da 1.206,6 miliardi di euro, a velocizzare le procedure di incasso sui crediti ancora recuperabili e ad ampliare il più possibile la rateizzazione lunga fino a 10 anni svincolando la grave situazione di difficoltà a ragioni estranee alla responsabilità del debitore e alla congiuntura economica. Il lavoro di messa a punto del decreto attuativo della delega fiscale sulla riscossione è dunque alle battute finali tanto che il suo arrivo imminente è stato annunciato dal viceministro dell’Economia Maurizio Leo nel corso di Telefisco.
Canoni demaniali marittimi idonei al perseguimento dei fini di interesse pubblico
Il Consiglio di Stato si esprime sulla natura giuridica dei canoni demaniali marittimi. La settima Sezione del Supremo Consesso Amministrativo, con due Sentenze “gemelle” (id est, di analogo contenuto), la n. 204, e la n. 215, pubblicate entrambe il 5 gennaio ultimo scorso, ha avuto modo di pronunciarsi su una questione alquanto perigliosa, ossia l’individuazione della natura giuridica dei canoni demaniali marittimi versati dai soggetti concessionari. Il canone concessorio è una prestazione imposta ai sensi dell’art. 23 Cost. che non ha tuttavia natura tributaria né può essere considerato come un mero canone locatizio poiché alla sua struttura e quantificazione concorre la specifica destinazione all’interesse pubblico impressa al bene demaniale. Tale destinazione impone che la determinazione del canone sia la più idonea al perseguimento dei fini di interesse pubblico che si ritengono meritevoli di soddisfazione.
Sportelli per il prelievo contanti, niente imposta per la pubblicità sull’insegna
L’insegna dello sportello automatico per prelevare contante costituisce elemento diretto a completare l’informazione del cliente e non riveste il carattere di invito o stimolo al pubblico alla fruizione del servizio offerto. Pertanto non è soggetta al pagamento dell’imposta comunale sulla pubblicità. Così la Cgt Marche con la sentenza 10/4/2024.
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Il video
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Il podcast
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