Con i nuovi modelli dilazioni fino a 120 rate. L’obbligo di Pec per le società esteso agli amministratori.
Addizionali, vista sul 15 aprile. Ruoli mai notificati, ricorso inammissibile. Tributi locali, tutti e subito.
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Con i nuovi modelli dilazioni fino a 120 rate.
Di Luigi Lovecchio
Pubblicati sul sito di agenzia delle Entrate-Riscossione i nuovi modelli per richiedere la dilazione dei debiti affidati all’agente della riscossione. Si tratta dei moduli che dovranno essere utilizzati, a partire da quest’anno, per richiedere i piani di rientro secondo le regole introdotte con la riforma della riscossione (Dlgs 110/2024). Nulla cambia invece per le rateazioni già in essere al 1° gennaio 2025. La modifica più importante riguarda la durata massima delle dilazioni. In particolare, per le istanze presentate nel 2025 e nel 2026, questa diventa pari a 84 rate mensili per debiti non superiori a 120mila euro in relazione ai quali il contribuente non documenta lo stato di difficoltà, e da 85 a 120 rate mensili, per debiti non superiori alla predetta cifra per i quali il debitore allega la documentazione di riferimento. Per somme maggiori di 120mila euro, invece, che richiedono sempre l’allegazione dei documenti dettagliati nel decreto delle finanze del 27 dicembre scorso, la durata massima è di 120 rate mensili, a prescindere dalla data di trasmissione della domanda di rateazione.
L’obbligo di Pec per le società esteso agli amministratori.
Di Maurizio Pirazzini
Il comma 860 dell’articolo unico della legge di Bilancio 2025 (legge 30 dicembre 2024 n. 207 pubblicata sul supplemento ordinario della Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre) introduce l’obbligo per i singoli amministratori di società (sia di persone che di capitali), costituitesi dal 1° gennaio 2025, di dotarsi di un propria Pec. Tale obbligo viene introdotto con modifica dell’articolo 5 del Dlgs 179/2012 che aveva esteso alle imprese individuali l’obbligo – già esistente per le società dal 2008 – di iscrivere la propria Pec nel Registro delle imprese.
Addizionali, vista sul 15 aprile.
di Franca Faccini
Entro il 15 aprile 2025 le regioni, le province autonome e i comuni devono rispettivamente pubblicare le leggi e adottare le delibere con le quali adeguano gli scaglioni e le aliquote dell’addizionale regionale e comunale all’Irpef per il 2025, ai tre scaglioni dell’Irpef. Possono, però, mantenere i quattro scaglioni di reddito per le annualità 2025, 2026, 2027.
Ruoli mai notificati, ricorso inammissibile.
Di Ivano Tarquini
E’ inammissibile per difetto di interesse il ricorso in Cassazione contro i ruoli e le cartelle mai notificate, in quanto si è ancora in attesa di un intervento normativo che possa colmare il vuoto di tutela del contribuente così da ampliare ancora di più il numero di casistiche che consentano l’impugnazione dell’estratto di ruolo. E nelle more i giudici devono applicare la norma esistente che limita drasticamente l’interesse ad agire del contribuente. Così la suprema Corte di Cassazione con l’ordinanza n.30852 del 2/12/2024,
Tributi locali, tutti e subito.
di Sergio Trovato
I tributi locali possono essere riscossi per intero anche se il contribuente ha impugnato gli avvisi di accertamento innanzi al giudice. Per queste entrate non è prevista la riscossione frazionata in pendenza del processo. L’ente locale per recuperare il credito non è tenuto ad attendere che l’atto impositivo emanato diventi definitivo o che la sentenza passi in giudicato. Lo ha ribadito la Corte di cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza 31642 del 9 dicembre 2024
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=gNh49J7Ri3Y
Il podcast
https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu