Riscossione: nuove regole per i carichi affidati dal 1° gennaio 2025. Silenzio nell’interpello impugnabile davanti al giudice tributario. Tasi, il valore è legato all’edificabilità
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Riscossione: nuove regole per i carichi affidati dal 1° gennaio 2025
Il decreto attuativo della delega fiscale che si occupa della revisione del sistema nazionale della riscossione introduce una nuova procedura per le quote affidate all’Agenzia delle Entrate-Riscossione a decorrere dal 1° gennaio 2025. Tale nuova procedura consiste nel discarico automatico delle quote non riscosse entro cinque anni dall’affidamento, salvo il discarico anticipato applicabile in specifiche ipotesi: chiusura del fallimento o della liquidazione giudiziale ovvero assenza di beni del debitore suscettibili di poter essere aggrediti.
Silenzio nell’interpello impugnabile davanti al giudice tributario
L’impugnazione del silenzio dell’ente impositore di fronte a una istanza di interpello non può essere proposta avanti al giudice amministrativo, ma al giudice tributario. Il Tar Sardegna, con sentenza n. 186/2024, ha dichiarato il difetto di giurisdizione nel caso di un ricorso con cui un contribuente ha contestato il silenzio inadempimento di un Comune a una istanza di interpello. L’interpello, peraltro recentemente riformato dal Dlgs 219/2023 che ha riscritto l’articolo 11 della legge 212/2000, è un istituto che consente al contribuente di sottoporre all’amministrazione finanziaria e, quindi, anche agli enti impositori, una fattispecie concreta e personale, laddove sussistano obiettive condizioni di incertezza circa il suo trattamento tributario. Il contribuente, ha ritenuto di poter adire al giudice amministrativo per ottenere dallo stesso una pronuncia per avere risposta dall’ente all’interpello proposto, volto a ottenere l’esatta quantificazione della Tari a suo carico. Tuttavia, il Tar ha precisato che l’istituto del ricorso avverso il silenzio inadempimento non è stato introdotto dal legislatore come rimedio di carattere generale, esperibile in tutte le ipotesi di comportamento inerte della pubblica amministrazione.
Tasi, il valore è legato all’edificabilità
Laddove sussista incertezza sulla reale capacità edificatoria di un immobile, assoggettato a Tasi dall’ente comunale in base al suo valore venale, il giudice tributario può imporre una riduzione dello stesso laddove, per la collocazione stessa del terreno, sia di non facile realizzazione il necessario piano attuativo. È la conclusione resa dalla Cgt di I grado di Roma (presidente relatore Costantino Ferrara) nella sentenza n. 3091/2024 depositata il 5 marzo scorso.
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Il video
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Il podcast
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