Stampa & Tributi del 01 agosto 2024

Rottamazione al 15 settembre: così il rinvio della quinta rata. L’Imu cresce sulla carta: sempre più buchi neri nei pagamenti dell’imposta.

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Rottamazione al 15 settembre: così il rinvio della quinta rata

Una volta c’era il “comunicato legge” ora per essere più veloci si è passati alla nuova formula «secondo fonti di governo». L’obiettivo, al di là della forma resta quello di far slittare un adempimento in scadenza quando la norma di proroga che interessa milioni di contribuenti e professionisti non è ancora ufficialmente il vigore. Il primo differimento arrivato sul filo di lana a sperimentare la proroga annunciata dalle cosiddette “fonti di governo” è la rottamazione quater e in particolare la scadenza del 31 luglio per il pagamento della quinta rata. A dire il vero la prima comunicazione in via “ufficiosa” era arrivata venerdì 26 luglio al termine del Consiglio dei ministri, e rilanciata alle agenzie di stampa direttamente dal viceministro all’Economia, Maurizio Leo, che, nel commentare il via libera al decreto legislativo correttivo del concordato preventivo biennale e del calendario fiscale (si veda Il Sole 24 Ore del 27 luglio), rassicurava professionisti, imprese e contribuenti che la loro richiesta di un maggior lasso di tempo per saldare la quinta rata era stata accolta dal Consiglio dei ministri.

L’Imu cresce sulla carta: sempre più buchi neri nei pagamenti dell’imposta.

di Gianni Trovati

L’Imu sulla carta sale. Nella cassa scende. Il nuovo fenomeno nella ricca serie dei buchi che su cui inciampa la riscossione locale è inquadrato dalle due dinamiche divergenti sottolineate dalla relazione annuale della Corte dei conti sulla finanza locale. Alla voce «accertamenti», quella che misura l’imposta dovuta secondo i calcoli condotti dai Comuni sulle basi imponibili, l’Imu gode di buona salute: nel 2023 ha raggiunto i 18 miliardi tondi, con un aumento di 100 milioni rispetto all’anno prima e di 300 sul 2021. Nella casella degli «incassi», che registra le somme effettivamente pagate dai contribuenti nel corso dell’anno di riferimento, invece la direzione è opposta: l’anno scorso ci si è fermati a 14,3 miliardi, cioè 750 milioni in meno dell’anno prima (-5%). Secondo gli ultimi dati ufficiali del ministero dell’Economia il «tax gap» dell’Imu, cioè la distanza fra il gettito teorico e quello reale, nel 2021 valeva 5,1 miliardi: i nuovi dati offerti dalla Corte dei conti lasciano pensare che ora sia aumentato. Mentre dagli aumenti fiscali non potrebbero arrivare più di 1,2 miliardi, peraltro mal distribuiti perché dove i conti soffrono le aliquote sono già ai massimi. Proprio la riscossione è del resto l’anello debole della finanza locale. E da lì potrebbe arrivare l’ossigeno indispensabile a gestire le spese in crescita.

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Il video

https://www.youtube.com/watch?v=RNOWvpEsOyo

Il podcast

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