Stampa & Tributi del 03 Febbraio 2025
Dilazioni estese e più chance di impugnare le cartelle. Imu, Tari e multe: arrivano le sanatorie degli enti locali.Fisco, pignoramenti sprint per chi non paga Imu o Tari. Assolto? Cade l’accertamento. Spese di lite doppie se manca la motivazione. La firma poco leggibile non invalida la notifica. Imu, non incide l’attività dei soggetti passivi. Tari, disapplicazione limitata.
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Dilazioni estese e più chance di impugnare le cartelle.
Dal lato del contribuente, gli interventi di maggior interesse riguardano l’allungamento della durata massima dei piani di dilazione e l’ampliamento delle ipotesi di impugnazione della cartella non notificata. Va segnalata anche l’estensione dello strumento dell’accertamento esecutivo, tra gli altri, all’avviso di recupero dei crediti d’imposta non spettanti o inesistenti e ai principali atti impositivi in materia di imposta di registro e imposta di successione e donazione, che dovrebbe accelerare i tempi di riscossione. Quest’ultima modifica avrà effetti, però, solo dopo l’emanazione di specifici regolamenti attuativi.
Imu, Tari e multe: arrivano le sanatorie degli enti locali.
Pronti per l’ennesima replica della polemica eterna sui “condoni”? Perché ci siamo quasi. Ad animarla sarà il decreto legislativo di riforma del fisco locale, una delle ultime tappe attuative della delega fiscale. Perché il testo anticipato sul Sole 24 Ore di ieri, fra le tante novità che propone dà la possibilità a ognuno degli 8mila fra Comuni, Città metropolitane, Province e Regioni di introdurre «definizioni agevolate» sulle proprie entrate; comprese quelle patrimoniali come le rette scolastiche, le tariffe delle mense o il canone unico, con l’eccezione dell’Irap. Facile prevedere una nuova ondata di accuse dall’opposizione sui «condoni locali», e altrettanto semplice ipotizzare la risposta del Governo sull’esigenza di «cambiare il rapporto tra fisco e contribuente» anche quando le entrate in gioco sono locali; in uno scenario che contempla anche l’alleggerimento delle sanzioni e la possibilità per i Comuni di inviare lettere di compliance come già previsto per l’amministrazione finanziaria
Fisco, pignoramenti sprint per chi non paga Imu o Tari.
Sul tavolo finirà una bozza in 33 articoli, che Il Sole 24 Ore è in grado di anticipare. Non tutti sono certi di trovare spazio nella versione definitiva. Ma le novità sono molte, e corrono in una direzione duplice: che punta a mostrare un volto gentile per incentivare i pagamenti spontanei, ma anche una faccia feroce per i debitori più difficili da trattare. Al primo lato della medaglia rimandano i meccanismi per spingere l’adesione alle richieste tributarie, con la possibilità per sindaci e presidenti di introdurre forme di adesione agevolata. All’obiettivo di rinforzare la riscossione coattiva risponde invece la spinta alle procedure esecutive nei confronti di chi non paga. La norma in cantiere taglia da 180 a 60 giorni i termini per le azioni esecutive quando un contribuente non versa l’Imu, la Tari o gli altri tributi degli enti territoriali, naturalmente cumulando un debito tale da far scattare la prospettiva del pignoramento. Con questa mossa, all’atto pratico, si allineerebbero i tempi dell’esecutività dell’accertamento a carico di chi fa ricorso e di chi non lo fa.
Assolto? Cade l’accertamento.
Riforma tributaria salva tutti. Stop all’accertamento a carico del contribuente grazie al decreto legislativo n. 87/2024, provvedimento attuativo della delega contenuta nella legge n. 111/2023: si applica retroattivamente, infatti, la norma che riconosce l’efficacia delle sentenze penali nel processo tributario, a condizione che l’assoluzione sia pronunciata all’esito del dibattimento e con le formule “perché il fatto non sussiste” o “perché l’imputato non l’ha commesso”.Così la Cassazione civile, sez. tributaria, rispettivamente con le sentenze n. 936 del 15/1/2025 e n. 1021 del 16/1/2025 e con l’ordinanza n. 1148 del 17/1/2025, tra le prime pronunce di legittimità sul punto.
Spese di lite doppie se manca la motivazione.
La mancata specifica, nella sentenza di primo grado, delle ragioni che hanno portato il primo giudice a disporre la compensazione delle spese di lite comporta la riforma del relativo capo di pronuncia da parte del giudice d’appello, con conseguente condanna con somme liquidate per entrambi i gradi di giudizio. È quanto stabilito dalla Cgt di II grado del Lazio con la sentenza n. 4180/2024 del 24 giugno 2024.
La firma poco leggibile non invalida la notifica.
La notifica diretta a mezzo posta effettuata dall’ufficio della riscossione si compie con la consegna dell’atto al destinatario o a persona individuata come legittimata alla ricezione, non inficiandone il procedimento la non intellegibilità della firma apposta. Lo ha precisato la Cgt di II grado della Lombardia con la sentenza n. 1714/2024 del 13 giugno 2024.
Imu, non incide l’attività dei soggetti passivi.
Ai fini dell’assoggettamento a Imu, pur se ritenuto spropositato nel suo ammontare, non rileva affatto l’attività professionale svolta dal contribuente, in quanto il tributo e le sue vicende modificative o estintive non si legano a nessun aspetto riguardante il soggetto passivo e rimangono connesse al possesso di immobili. Si tratta dei canoni affermati dalla Cgt di I grado di Milano nella sentenza n. 1849/2024 del 30 aprile 2024.
Tari, disapplicazione limitata.
Il giudice tributario può disapplicare un regolamento comunale solo per i vizi riguardanti l’incompetenza, l’eccesso di potere e la violazione di legge. Dunque, il regolamento Tari non può essere disapplicato se viene contestata la scelta discrezionale delle tariffe o la classificazione delle categorie delle attività soggette al prelievo. Inoltre, non sussiste alcun obbligo di motivazione della delibera comunale che fissa le tariffe. Lo ha stabilito la Corte di cassazione, sezione tributaria, con l’ordinanza n. 730 dell’11 gennaio 2025.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=ikPcW0o61WU
Il podcast
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