Corte conti, dalla riforma colpo a geografia e controllo. Liti con il Fisco, Corti senza lavoro ma la riforma delle sedi è al palo. Ricorsi +31% nel 2024: 182mila nuove cause Crescono anche gli appelli. Tecnologia e innovazione per migliorare la gestione finanziaria dei Comuni. Imu, dichiarazione unica se non ci sono variazioni.Variazioni, la Docfa batte la sentenza.Tari, la delibera non va motivata. Autotutela parziale, compensate le spese. La notifica viene perfezionata con la Cad. Imposta di soggiorno, per i Comuni gli incassi volano oltre il miliardo.
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Corte conti, dalla riforma colpo a geografia e controllo.
Dall’articolazione delle regioni? Nel corso dell’esame del Ddl Foti di riforma della Corte dei conti, nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia della Camera è stato presentato un emendamento dei relatori (rispettivamente Sara Kelany di Fdi e Pietro Pittalis di Fi), che riguarda più aspetti della riforma. Quello che qui interessa è la proposta di ridurre le strutture territoriali della Corte, oggi distribuite su base regionale (e suddivise in Sezioni di controllo e sezioni giurisdizionali) a sole sei, che si occuperanno sia di controllo sia di giurisdizione. Si immaginano solo sei sezioni territoriali, dedicate a Nord-Ovest, Nord Est, Centro, Sud, Sicilia e Sardegna (Sezione Territoriale Nord-Ovest, con sede in Milano e competenza sugli enti aventi sede nelle regioni Lombardia, Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta; Sezione Territoriale Nord-Est, con sede in Venezia e competenza sugli enti aventi sede nelle regioni Veneto, Emilia Romagna, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia; Sezione Territoriale Centro, con sede in Roma e competenza sugli enti aventi sede nelle regioni Lazio, Toscana, Marche e Umbria; Sezione Territoriale Sud, con sede in Napoli e competenza sugli enti aventi sede nelle regioni Campania, Abruzzo, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria; Sezione Territoriale Sicilia, con sede in Palermo e competenza sugli enti aventi sede nella regione Sicilia; Sezione Territoriale Sardegna, con sede in Cagliari e competenza sugli enti aventi sede nella regione Sardegna).
Liti con il Fisco, Corti senza lavoro ma la riforma delle sedi è al palo.
Nell’ultimo anno quasi il 70% dei ricorsi tributari di primo grado si è concentrato in 39 sedi su 103. In pratica, in ogni regione ci sono solo due corti di giustizia – solitamente nel capoluogo e in una seconda città – che hanno raccolto oltre i due terzi delle nuove liti, cioè 123.837 su totali 182.124. Gli osservatori concordano che buona parte degli altri uffici giudiziari sparpagliati nelle province non sia più economicamente sostenibile. Si stima che una corte, per essere efficiente nel sistema giudiziario del fisco, debba ricevere almeno 700 ricorsi su base annua. E invece ci sono sedi periferiche con così poche nuove liti – anche meno di 200 l’anno – che per il ministero dell’Economia è necessario avviare il loro accorpamento.
Ricorsi +31% nel 2024: 182mila nuove cause Crescono anche gli appelli.
2024 della giustizia tributaria si è chiuso con un’impennata di ricorsi del 31 per cento. Si è passati da 138.375 nuove liti del 2023 a 182.124 al 31 dicembre scorso. Le definizioni sono cresciute del 18,6% (da 138.954 a 164.930). Ma, nonostante quest’ultimo incremento, per la prima volta nell’ultimo decennio i giudici tributari non sono riusciti a riassorbire la mole di nuove cause. L’andamento al rialzo era prevedibile fin dal primo trimestre dello scorso anno, quando si registrò un balzo del 38 per cento. Nei due trimestri successivi (aprilegiugno e luglio-settembre) il dato si è stabilizzato, rispettivamente, con un +31% e +29% per poi calare progressivamente a +26,14% nell’ultimo periodo ottobredicembre. A cosa sia dovuto questo incremento sembra ormai confermato. Per il ministero dell’Economia è da imputarsi all’abrogazione dell’istituto della mediazione per liti fino a 50mila euro: facendo venire meno i termini di 90 giorni per trovare l’accordo contribuenti-Fisco, le nuove liti non sono più spalmate nell’arco di diversi mesi ma arrivano nelle Corti di primo grado seguendo la procedura ordinaria, cioè 30 giorni. A questo, in realtà, vanno aggiunti anche gli effetti indiretti dell’ultima definizione agevolata (legge 197/2022), che gli stessi osservatori hanno ritenuto «poco conveniente» per cittadini e imprese. Si pensi che la misura prevedeva la sospensione dei termini di impugnazione per 11 mesi.
Tecnologia e innovazione per migliorare la gestione finanziaria dei Comuni.
L’utilizzo della tecnologia si configura sempre di più come uno strumento essenziale per ottimizzare la gestione economico-finanziaria degli enti locali. Strumenti digitali e piattaforme innovative possono giocare un ruolo chiave nell’affrontare criticità legate alla riscossione delle entrate e alla gestione delle partecipazioni societarie. Software dedicati alla gestione delle società partecipate permettono, inoltre, di monitorare in tempo reale i flussi finanziari e i risultati gestionali, migliorando trasparenza e responsabilità. Il tema si interseca con i moniti che spesso le Corti dei Conti lanciamo in merito alle problematiche degli enti locali. Tra le ultime, la deliberazione Corte dei conti Veneto n. 4/2025 in cui i magistrati contabili hanno evidenziato alcune problematiche specifiche nella gestione economico-finanziaria di un ente locale, con particolare attenzione alla riscossione delle entrate e alla gestione dei residui contabili. Un primo aspetto rilevato è il marcato incremento dei residui attivi e passivi
Imu, dichiarazione unica se non ci sono variazioni.
Alla cessazione della materia del contendere, per annullamento in autotutela dell’atto, sgravato dall’ufficio solo parzialmente, si correla la giusta compensazione delle spese disposta dalla Corte di giustizia tributaria. È il canone ripreso dalla Cgt di I grado di Milano nella sentenza n. 1907/2024, depositata il 3 maggio 2024. Era chiaro, quindi, che nessuna dichiarazione successiva era richiesta, proprio perché non erano intervenute variazioni soggettive e oggettive e, pertanto, permaneva il diritto della contribuente a usufruire del regime agevolativo sui proprio immobili destinati alla vendita. La società aveva infatti adempiuto correttamente all’obbligo dichiarativo, pur non avendo poi ripetuto tutti gli anni la dichiarazione: quella presentata, infatti, in assenza di variazioni, aveva effetti anche con riguardo agli anni successivi, tra cui quello accertato dal comune. L’adempimento dichiarativo, quindi, non doveva infatti essere ripetuto negli anni e alla società restava riconosciuto il diritto agevolativo fiscale.
Variazioni, la Docfa batte la sentenza.
La presentazione di una Docfa da parte del contribuente che si imponga per delle variazioni sugli spazi delle aree oggetto di essa supera, anche con i valori in essa indicati, l’eventuale precedente pronuncia che abbia annullato precedenti rettifiche dell’ufficio. Quest’ultimo, quindi, emetterà un atto del tutto legittimo rifacendosi ai nuovi valori dichiarati dalla parte piuttosto che alla prima rendita oggetto di sentenza. Sono le precisazioni che si leggono nella sentenza n. 1919/2024 emessa dalla Cgt di I grado di Milano e depositata il 6 maggio 2024
Tari, la delibera non va motivata.
L e amministrazioni comunali non sono tenute a motivare le delibere con le quali fissano le tariffe Tari, trattandosi di atti generali, ma devono comunque giustificare le ragioni dei rapporti stabiliti tra le tariffe per dare ai contribuenti la possibilità di effettuare un controllo di legittimità. Lo ha affermato il Consiglio di Stato, quinta sezione, con la sentenza 81 del 7 gennaio 2025. Per i giudici di palazzo Spada, “ai fini del controllo di legittimità, la deliberazione deve indicare le ragioni dei rapporti stabiliti tra le tariffe, i dati consuntivi e previsionali relativi ai costi del servizio discriminati in base alla loro classificazione economica, nonché i dati e le circostanze che hanno determinato l’aumento per la copertura minima obbligatoria del costo”. La norma di legge “contiene un elemento di limitazione della portata della sottrazione all’obbligo di motivazione degli atti generali”. Infatti, può escludersi l’obbligo di motivazione delle tariffe, “ma sussiste invece l’esigenza di indicare (melius, giustificare), onde consentire un controllo di legittimità, le ragioni dei rapporti stabiliti tra le tariffe”.
Autotutela parziale, compensate le spese.
cessazione della materia del contendere, per annullamento in autotutela dell’atto, sgravato dall’ufficio solo parzialmente, si correla la giusta compensazione delle spese disposta dalla Corte di giustizia tributaria. È il canone ripreso dalla Cgt di I grado di Milano nella sentenza n. 1907/2024, depositata il 3 maggio 2024.
La notifica viene perfezionata con la Cad.
notifica di una cartella di pagamento ai sensi degli artt. 8 della legge n. 890 del 20 novembre 1982 e 140 c.p.c., connotata dall’ipotesi di irreperibilità relativa, con atto depositato presso la casa comunale, necessita della prova del perfezionamento del procedimento notificatorio data non solo dalla spedizione, ma anche dalla produzione giudiziale dell’avviso di ricevimento della raccomandata che comunica l’avvenuto deposito dell’atto notificando. È il canone ribadito dall’ordinanza n. 32671/2024 resa dalla Corte di cassazione sez. V tributaria, depositata il 16 dicembre 2024.
Imposta di soggiorno, per i Comuni gli incassi volano oltre il miliardo.
Nel 2024, gli incassi comunali generati dall’imposta di soggiorno hanno superato per la prima volta il miliardo di euro. Una cifra record per la tassa pagata dai turisti per ogni notte trascorsa nelle città d’arte e di villeggiatura. Il gettito è cresciuto di oltre il 27% rispetto al 2023 e la corsa al rialzo dovrebbe continuare: nel 2025 i proventi dovrebbero infatti aumentare di un altro 17% e salire a un miliardo e 180 milioni di euro. A fare il quadro della situazione è l’Osservatorio nazionale di JFC sulla tassa di soggiorno, che ha elaborato i dati per il Sole 24 Ore del Lunedì. «Sono cifre monstre che ci indicano come questa imposta sia ormai considerata dai Comuni uno strumento essenziale per acquisire risorse, la maggior parte delle quali utilizzate per interventi non turistici», dice Massimo Feruzzi, amministratore unico di JFC e responsabile dell’Osservatorio.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=9wyGtgHg-f0
Il podcast
https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu