La riforma del processo tributario non lede l’autonomia. La tassazione delle pertinenze alla luce del nuovo prospetto delle aliquote Imu.
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La riforma del processo tributario non lede l’autonomia. I nammissibili tutti i quesiti sottoposti alla Consulta sulla potenziale lesione dell’autonomia e indipendenza della giurisdizione tributaria paventata da ben tre Corti di giustizia tributaria alla luce della riforma del processo tributario prevista dalla legge 130/2022. In estrema sintesi questa è la conclusione cui si può desumere dalla sentenza della Corte Costituzionale n.204 depositata in data 17/12/2024, in risposta a plurimi motivi pregiudiziali innescati dai rinvii della C.g.t. di Venezia, C.g.t. Lombardia e C.g.t. di Messina
La tassazione delle pertinenze alla luce del nuovo prospetto delle aliquote Imu.
Lo stesso ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), nel comunicato stampa del 28 novembre scorso, ha ricordato che «in considerazione dell’obbligo, a decorrere dall’anno d’imposta 2025, di adottare il prospetto delle aliquote dell’Imu, si ricorda che, in mancanza dell’elaborazione e della trasmissione dello stesso tramite l’apposita procedura informatica, si applicano le aliquote di base di cui ai commi da 748 a 755 dell’articolo 1 della legge n. 160 del 2019. Si evidenzia che questa conseguenza riguarda anche il caso in cui il Comune abbia stabilito, nel rispetto dei requisiti previsti dal menzionato comma 755, l’aliquota dell’Imu oltre la misura massima dell’1,06 per cento (cosiddetta maggiorazione). Le aliquote di base continuano ad applicarsi sino a quando il Comune non approvi una prima delibera secondo le modalità sopra indicate». Ciò significa che, se nel portale non si riesce a caricare una particolare aliquota con determinate caratteristiche, non è più possibile, per l’ente, deliberarla. Molti Comuni si stanno accorgendo che alcune ipotesi prima previste non possono più essere replicate e, tra queste, si annovera la tassazione da applicare agli immobili che sono considerati pertinenza di altri immobili. Le linee guida elaborate dal ministero citano al riguardo la “consolidata giurisprudenza” per giustificare l’eliminazione di questa possibilità di differenziazione.
Il video
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Il podcast
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