In Sicilia la riscossione perde 1,4 miliardi l’anno – In crisi finanziaria il 34,2% degli enti dell’Isola. Multe, il 28,4% non le paga – Il contropiano dei Comuni.
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In Sicilia la riscossione perde 1,4 miliardi l’anno – In crisi finanziaria il 34,2% degli enti dell’Isola.
In Sicilia i Comuni riscuotono in media tributi per 312 euro ad abitante, il 28% in meno rispetto alla media nazionale. Nelle entrate etichettate come «extratributarie», un ventaglio di voci che spazia dalle tariffe dei servizi alle multe stradali, il contatore si ferma a 75 euro ad abitante, e lo spread rispetto alla media italiana si allarga al 54,3 per cento. La causa è nei buchi della riscossione: perché fra i tributi finisce in cassa solo solo il 56,1% delle somme accertate, contro il 73,1% che si registra nel resto del Paese, e fra le extratributarie non si va oltre il 43,3%, cioè 22,2 punti sotto al dato complessivo del Paese. E la conseguenza sono le crisi finanziarie: negli ultimi quattro anni sono saltati i conti di 45 Comuni. L’indagine referto sulla «Finanza locale siciliana 2024», depositata ieri dalla sezione regionale di controllo della Corte dei conti con la delibera 319/2024 (relatori Paolo Peluffo e Massimo Giuseppe Urso), è una sorta di guida pratica alle crisi comunali. A renderla particolarmente efficace è il carattere plateale del fenomeno nell’isola, molto chiaro nell’indicare nella riscossione il perno intorno al quale ruota una complessa rete di cause e conseguenze strutturali.
Multe, il 28,4% non le paga – Il contropiano dei Comuni.
Ogni tre multe stradali irrogate dai Comuni, una passa direttamente dallo stato solido del verbale a quello gassoso dell’evasione, senza transitare dalla condizione liquida del pagamento. Al Nord l’evaporazione è un po’ meno frequente, ma coinvolge comunque circa il 25% delle sanzioni. Ma il fenomeno si fa endemico nel Mezzogiorno, dove è il 48,2% delle multe a rimanere confinata nella teoria contabile dell’accertamento senza sfondare mai nella realtà operativa dei pagamenti, fissando al 28,4% la media nazionale di questa forma di evasione da riscossione.A mettere in fila le cifre sono gli stessi Comuni, in un’indagine realizzata dall’Ifel nell’ambito del Progetto riscossione che in collaborazione con Anacap (i concessionari privati della riscossione), Aspel (le società pubbliche del settore) e Gruppo 24 Ore ha proposto anche uno «studio di settore» sulle entrate locali per capire quel che funziona e quel che va migliorato nella macchina degli incassi territoriali. Perché i primi a essere preoccupati per gli accertamenti che non riescono ad assumere la forma di entrate reali sono gli amministratori locali, alle prese con bilanci che vedono gonfiarsi le spese per la spinta di fattori incomprimibili come i rinnovi contrattuali o le ricadute dell’inflazione mentre la colonna delle entrate è irrigidita da una leva fiscale arrivata ormai da anni ai massimi.
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Il video
https://www.youtube.com/watch?v=yADNuAoX5n