La corsa delle entrate supera le cifre del Def e può aiutare anche la manovra per il 2025.Danno erariale, la Consulta fa da monito alla politica legislativa.Tari, norma ad hoc per le aree produttive di rifiuti speciali.Occupazione abusiva e inerzia della Pa, danno erariale anche senza prescrizione del credito.
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La corsa delle entrate supera le cifre del Def e può aiutare anche la manovra per il 2025.
di Gianni Trovati
Nelle tabelle dell’assestamento di bilancio ora all’esame dell’Aula della Camera l’aumento delle entrate registrato in questi mesi trova una fotografia solo parziale. La parte preponderante dei 24,7 miliardi di correzione al rialzo, e in particolare dei 16,44 miliardi di entrate tributarie (Sole 24 Ore di ieri), nasce infatti dall’adeguamento delle previsioni di inizio d’anno al quadro macroeconomico tracciato ad aprile dal Documento di economia e finanza. Il punto, però, è che nella realtà le entrate corrono a ritmi più intensi di quelli immaginati dal Def; e di questo spread, positivo, fra previsioni ufficiali e flussi reali nell’assestamento c’è per ora solo una traccia.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=LFOYaZ564XM
Danno erariale, la Consulta fa da monito alla politica legislativa.
di Ettore Jorio
La Corte costituzionale, con la sentenza 16 luglio 2024 n. 132 (rel. Pitruzzella), ha prodotto due sensazioni contrastanti: la prima di estrema chiarezza nell’affrontare il tema rimessole del Giudice contabile, con ordinanza n. 19 del 18 dicembre 2023, riguardante la responsabilità contabile relativa a danni cagionati da omissione o inerzia del soggetto agente, e dunque prodotti senza condotta dolosa del medesimo. Ciò limitatamente a fatti commessi dalla data di entrata in vigore del Dl 76/2020 (articolo 21, comma 2) al 30 giugno 2024; • la seconda è di meraviglia nell’affrontare la lettura del punto 11 del dictum: a) sul modo di decidere; b) nel constatare la somiglianza con il ddl (1621) a firma di Foti “Modifiche alla legge 14 gennaio 1994, n. 20, al codice della giustizia contabile, di cui all’allegato 1 al decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, e altre disposizioni in materia di funzioni di controllo e consultive della Corte dei conti e di responsabilità per danno erariale”, tanto da apparire una sentenza monito di politica legislativa (Zagrebelsky dixit).
Tari, norma ad hoc per le aree produttive di rifiuti speciali.
di Luigi Lovecchio
Per risolvere il problema dell’applicazione della quota fissa di Tari sulle aree produttive di rifiuti speciali occorrerà valutare l’adozione di una norma interpretativa, alla luce del consolidato orientamento della Cassazione. Questa la risposta data dal sottosegretario all’Economia Federico Freni al question time alla commissione Finanze della Camera, prima firmataria Laura Cavandoli (Lega). Il problema che assilla le imprese industriali riguarda per l’appunto le aree anche di vasti stabilimenti di lavorazione ove si formano in prevalenza rifiuti speciali. Come ricordato anche nella risposta in commento, fino ad pochi anni fa, l’interpretazione ufficiale dello stesso dipartimento delle Finanze era pacificamente orientata nel senso di riconoscere l’esenzione totale dalla Tari delle aree in oggetto, sia per la quota fissa che per quella variabile. Questa interpretazione non è stata tuttavia condivisa dalla Corte di Cassazione che in plurime pronunce (da ultimo, ci veda l’ordinanza n. 13455/2024) ha invece affermato che la suddetta quota fissa deve essere applicata sulla totalità delle superfici ubicate nel territorio comunale, senza che rilevi la natura dei rifiuti ivi prodotta. Ciò in quanto, sempre a dire della Corte, tale porzione di prelievo ha la funzione di coprire i costi fissi del servizio di gestione dei rifiuti urbani.
Occupazione abusiva e inerzia della Pa, danno erariale anche senza prescrizione del credito.
di Michele Nico
Nel caso di occupazione abusiva, il gestore che non si attivi per intimare lo sfratto e ottenere il rilascio degli immobili risponde di danno erariale anche se non risulta ancora prescritto il diritto di credito nei confronti dei terzi occupanti. E questo perché nella fattispecie in questione il danno non consiste propriamente nella mancata entrata per l’ente, ma nel mancato godimento dei beni occupati dovuto al mancato esperimento delle azioni di rilascio.
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=LFOYaZ564XM
Il podcast
https://open.spotify.com/show/5dDNIBPglFDEFeYAlRVvYu