Privati e cartolarizzazioni per recuperare i crediti fiscali. Riscossione delle cartelle con notifiche in tempi certi.Impugnazione extra large. Via posta e firma digitale: accertamento ok. Quota fissa Tari, nuovi scenari.
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Privati e cartolarizzazioni per recuperare i crediti fiscali.
Di Luigi Lovecchio
Via libera ai privati nella gestione dei crediti discaricati dall’agente della riscossione. Vi sarà inoltre la possibilità di cartolarizzare i crediti non riscossi, attraverso una cessione pro soluto. Le operazioni di riscossione dovranno comunque svolgersi nel rispetto delle disposizioni del titolo II del Dpr 602/1973, che regolano le attività dell’agente della riscossione. Un’ importante novità del decreto attuativo della riforma della riscossione è l’apertura ai privati della gestione delle entrate pubbliche. Non si tratta di una novità in senso assoluto, poiché questa facoltà era già prevista nel campo delle entrate comunali da oltre venti anni. Il riferimento è all’articolo 52, Dlgs 446/1997, che stabilisce la possibilità di affidare i tributi locali a soggetti scelti con procedura a evidenza pubblica nell’ambito degli iscritti ad un apposito Albo istituito presso il ministero delle Finanze. Le partite affidate ai privati devono essere state discaricate per inesigibilità da agenzia delle Entrate – Riscossione, al ricorrere delle condizioni di legge (anzianità del ruolo o situazione di impossidenza del debitore). A questo riguardo, va tuttavia segnalato che è facoltà dell’ente creditore chiedere la riconsegna anticipata dei ruoli, decorso un periodo minimo di 24 mesi dall’affidamento. Non è escluso che la gestione tramite privati o cartolarizzazione del credito possa riguardare anche i carichi restituiti all’ente creditore e non solo quelli discaricati.
Riscossione delle cartelle con notifiche in tempi certi.
Di Maria Mantero
Notifiche in tempi certi. L’Agenzia delle entrate-Riscossione dovrà inviare le cartelle entro nove mesi, si prevede quindi un’azione di recupero pianificata. A ribadirlo il viceministro dell’economia Maurizio Leo durante la conferenza stampa post consiglio dei ministri di mercoledì in cui è stato approvato in via definitiva il dlgs di riforma fiscale sulla riscossione . Un piano annuale calato nella convenzione tra Mef e Agenzia delle entrate-Riscossione con l’obiettivo di fissare i termini dei lavori e tener sotto controllo lo stato dell’arte della riscossione. Un’azione sistematica è dedicata anche allo smaltimento del magazzino monster dei crediti (1.207 miliardi). Per portare a termine questo compito si avvierà una commissione ad hoc.
Impugnazione extra large.
di Ivano Tarquini
Ampliate le casistiche che consentono l’interesse ad agire per impugnare le cartelle invalidamente notificate, scoperte tramite estratto ruolo. Questo lo si evince dall’articolo 12 del decreto legislativo sulla riforma della riscossione, licenziato dal Governo in via definitiva nella giornata di mercoledì (si veda ItaliaOggi del 03 luglio) con il quale si è messa mano al tanto contestato comma 4-bis dell’articolo12 del Dpr 602/1973. Con questa prospettata riforma si ampliano le possibilità di impugnare gli estratti di ruolo anche nelle ipotesi più vicine ai contribuenti privati che non siano aziende, includendo tra le ipotesi il pregiudizio di accesso al credito bancario.
Via posta e firma digitale: accertamento ok.
avvocato tributarista e docente ANUTEL
La Cassazione, con la recente sentenza del 12 giugno 2024, n. 16293, ripercorre l’interessante evoluzione normativa che contraddistingue l’utilizzo di strumenti informatici nell’attività della Pubblica Amministrazione.
Dunque è legittima la notifica di una copia analogica conforme a un documento informatico come previsto dall’art. 2, comma 6, del Cad, in quanto è l’art. 23 del medesimo Codice a riconoscerne la medesima valenza probatoria dell’originale alla copia notificata per posta, in presenza dell’attestazione di conformità rilasciata da un pubblico ufficiale. Nel caso attenzionato dai giudici di legittimità l’atto notificato presentava l’attestazione di conformità, non espressamente disconosciuta dalla parte e la sottoscrizione digitale del funzionario incaricato. Risultavano dunque soddisfatti i requisiti previsti per il riconoscimento dell’efficacia probatoria della copia cartacea all’originale informatico.
Quota fissa Tari, nuovi scenari.
Di Matteo Vagli
S empre più convinta appare la Corte di cassazione nel ritenere applicabile la quota fissa Tari alle superfici dove vengono prodotti rifiuti speciali dalle utenze non domestiche. Nel confermare una tendenza che ormai appare consolidata nel tempo, con l’Ordinanza n. 13455 del 15 maggio 2024 la Suprema Corte si è spinta anche oltre criticando espressamente quella parte di dottrina “secondo cui tale orientamento non sarebbe aderente al dettato normativo” previsto dall’art.1, comma 649, della legge n. 147/13. Questo orientamento pone i Comuni davanti a dei nuovi scenari con delle conseguenze pratiche rilevanti. In primo luogo, è necessario capire se gli enti locali devono adeguare i loro regolamenti a questo nuovo indirizzo: fino a oggi, infatti, nei testi regolamentari viene descritto un procedimento amministrativo in base al quale viene concessa l’esenzione totale dalla Tari nelle aree in cui si producono rifiuti speciali. In secondo luogo è necessario capire da quale annualità tributaria può essere possibile recuperare la quota fissa per queste tipologie di utenze. In altri termini può il Comune emettere avvisi di accertamento per recuperare, su annualità pregresse, la quota fissa relativa alle aree dove si producono rifiuti speciali? Ma questa ipotesi è una facoltà o un obbligo per l’Ente? E se intrapresa, è necessario prima modificare il Regolamento comunale oppure è sufficiente citare le numerose sentenze della Cassazione in merito?
Il video
https://www.youtube.com/watch?v=mgYaOVsyokU