Intelligenza artificiale: fisco e contribuenti nel Metaverso
Sono numerose le iniziative intraprese dalle istituzioni internazionali in merito all’Intelligenza Artificiale (IA). Tuttavia, il rapporto Fisco-Contribuente non è stato ancora oggetto di specifici approfonditi studi.
L’uso dell’intelligenza artificiale (IA), mediante algoritmi di machine learning per prendere decisioni fiscali, è alla base di un nascente rapporto Fisco-Contribuente.alcuni profili di attenzione nell’utilizzo dell’l’IA nei servizi fiscali: – i sistemi di IA possono automatizzare l’elaborazione delle dichiarazioni fiscali, riducendo gli errori umani e accelerando il processo di registrazione delle dichiarazioni dei contribuenti;- i chatbot basati sull’IA possono fornire assistenza virtuale ai contribuenti, rispondendo a domande comuni e guidando le persone attraverso i processi di compilazione delle dichiarazioni fiscali; – gli algoritmi di IA possono essere utilizzati per prevedere le entrate fiscali future in base a dati storici e tendenze economiche, consentendo ai governi di pianificare meglio il bilancio; – l’IA può automatizzare molti processi interni delle autorità fiscali, come l’assegnazione di casi, la verifica dei documenti e la gestione dei flussi di lavoro.
Notifica, conta la licenza dell’operatore postale
S ono inesistenti le notifiche degli atti tributari di riscossione notificati a mezzo di un operatore di poste private al tempo in cui lo stesso, pur a seguito della l. n. 124/2017, non aveva ancora conseguito la licenza individuale speciale rilasciata dal ministero dello sviluppo economico. È quanto precisato nella sentenza n. 1822/2023 della Cgt di II grado del Lazio, depositata lo scorso 28 marzo.
Fisco, no a impugnazioni tardive
L a legittimazione a proporre l’impugnazione, o a resistere ad essa, spetta solo a chi abbia assunto la veste di parte nel giudizio di merito. Lo ha stabilito la sezione quinta (tributaria) della Corte di cassazione nell’ordinanza n.28131/2023 del 5 ottobre scorso.
Imu 2024, dalle Finanze griglia rigida per le aliquote
Sembrava che il prospetto approvato con decreto del 7 luglio 2023 consentisse ai Comuni di mantenere un ampio spazio di scelta nelle aliquote Imu. Ma così non è. Il decreto permette di differenziare ulteriormente le casistiche che hanno già una propria aliquota di base, come le abitazioni principali (di lusso), i fabbricati rurali, i fabbricati di categoria D, gli altri immobili, terreni agricoli e aree fabbricabili, ma all’interno di queste casistiche le possibilità di differenziare ulteriormente, a ben vedere, sono molto limitate e ridondanti.A onor del vero, occorre evidenziare che molte aliquote previste dai Comuni peccano di eccesso di fantasia o servono ad agevolare situazioni ben circoscritte, quasi come se vi fossero aliquote ad personam o comunque riguardanti casistiche molto limitate. Sotto questa angolazione, ben venga la semplificazione imposta dalla normativa e dal successivo decreto di attuazione, ma ci vorrebbe comunque un ulteriore spazio di manovra, perché comunque la scelta delle aliquote è espressione di un’autonomia impositiva che non può essere compressa da un decreto ministeriale, sebbene la normativa gli attribuisca un potere forte, nel senso che se si dovesse registrare una discordanza tra quanto presente nel prospetto e le disposizioni contenute nel regolamento comunale (e non nella delibera di approvazione delle aliquote), prevale quanto risulta nel prospetto (articolo 1, comma 764, legge 160/2019).
Non sempre prevale la risultanza catastale
L e risultanze catastali, benché elementi legittimamente utilizzabili dall’ufficio per ricostruire l’Imu dovuta in capo al titolare dell’immobile, non possono prevalere sugli eventuali altri mezzi di prova con cui il contribuente abbia dimostrato l’assenza di presupposto impositivo quale la mancanza del diritto di proprietà su quei beni negli anni in contestazione. Si tratta di quanto ha affermato la sezione 11 della Cgt di II grado del Lazio con la sentenza n. 2043/2023 depositata lo scorso 8 aprile.
Denuncia ad hoc per la riduzione Tari
S enza la presentazione di un’apposita denuncia all’amministrazione comunale corredata da documentazione tecnica, non può invocarsi alcuna riduzione della Tari per quelle aree che, comunque caratterizzate dalla presenza umana, siano asservite all’esercizio dell’impresa. Lo afferma la sentenza n. 864/2023 emessa dalla Corte di giustizia tributaria di I grado di Milano e depositata lo scorso 13 marzo.
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Il video
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